UFA: convalida di processi per la sicurezza microbiologica e chimica, ambientale e del personale
A cura di Melania Rivano1, Andrea Ossato2
1 Hospital Pharmacy Department, Binaghi Hospital, Cagliari, Italy.
2 Department of Pharmaceutical and Pharmacological Sciences, University of Padova, Italy.
Abstract
A garanzia della qualità e della sicurezza delle preparazioni sterili, occorrono strategie specifiche che prevedono non solo l’attenersi rigorosamente a procedure convalidate, ma anche svolgere l’attività in locali di allestimento idonei e favorire la formazione del personale. Un altro fattore importante sono i controlli programmati necessari alla verifica del mantenimento delle caratteristiche necessarie dei locali, delle attrezzature e degli operatori stessi.
L’Annex 1 (EU GMP) stabilisce i limiti massimi consentiti per definire dei locali che rispettino una adeguata classe microbiologica e particellare. La Norma ISO 14644 (revisionata nel 2015) distingue inoltre la classificazione della pulizia dell’aria nelle camere bianche e nell’ambiente controllato associato, entrando nel dettaglio delle caratteristiche degli indumenti e dispositivi di protezione individuale (DPI) appropriati all’ambiente in cui si opera. La validazione del processo di manipolazione asettica tramite Media-Fill test e i controlli microbiologici ambientali, garantiscono il mantenimento della sterilità del preparato durante tutto il processo di allestimento, dimostrando l’efficacia delle procedure utilizzate.
Last Update: 15/03/2022
L’allestimento di medicinali sterili richiede specifiche strategie per minimizzare il rischio di contaminazione da agenti microbici, pirogeni o particelle.
A garanzia della qualità e della sicurezza per queste preparazioni, occorre non solo attenersi rigorosamente a procedure convalidate, ma anche svolgere l’attività in locali di allestimento idonei e favorire la formazione del personale coinvolto. Questi fattori devono essere verificati con controlli programmati necessari al mantenimento della classificazione dei locali e per garantire la sicurezza degli operatori e dei preparati.
I principali riferimenti normativi per garantire la qualità del preparato sono: la Farmacopea Ufficiale XII edizione, in particolar modo il capitolo 11.1.1 delle Norme di Buona Preparazione (NBP) e le Good Manufacturing Practice (GMP) [1,2]. Occorre tuttavia precisare che le GMP sono studiate per le industrie farmaceutiche che devono garantire anche le fasi finali di riempimento di fiale o flaconi e dunque necessitano di un rigido controllo degli ambienti in termini di controllo particellare dell’aria. Per le operazioni eseguite nelle Unità Farmaci Antiblastici (UFA) occorre introdurre il concetto di “rischio microbiologico” che è riferito a manipolazioni che partono da soluzioni/miscele già sterili nei contenitori originali. Come sarà meglio precisato in seguito, queste operazioni sono eseguite in una cappa ad alta performance e spesso non hanno bisogno di tempi prolungati di conservazione. Per tale motivo alcune Linee Guida accettano livelli di aria ambientale circostante meno rigidi [3].
Il mantenimento della sterilità di un preparato, infatti, è il prodotto di un processo complesso, garantito dalle NPB, dall’uso di appropriate attrezzature, da ambienti dedicati, da personale qualificato, da procedure validate (comprese quelle di pulizia e disinfezione), dalle tecniche asettiche impiegate e dai monitoraggi microbiologici ambientali periodicamente effettuati. Anche la sicurezza degli operatori va seguita attraverso opportuni controlli di contaminazione chimica ambientale.
Convalida degli ambienti
Un aspetto essenziale nel garantire ambienti idonei è la classificazione particellare riportata nell’Annex 1 (EU GMP) che stabilisce i limiti massimi consentiti per definire dei locali che rispettino un’adeguata classe microbiologica e particellare [2]. Nello specifico, l’allestimento deve avvenire in un ambiente in “classe A” all’interno di cappe, cabine biohazard (BHZ) o isolatori, con un numero massimo permesso di particelle/m3 di 3520 con diametro ≥ 0,5 µm e di 20 particelle/m3 con diametro ≥ 5,0 µm (sia in condizioni “at rest” che di operatività). Le cabine BHZ devono essere posizionate in un ambiente di background di “classe B” o, in alternativa, di “classe C” in operatività, per condizioni a basso rischio microbiologico o di “classe D” se si utilizzano isolatori [4,5].
Questi locali, inoltre, devono essere progettati e costruiti per svolgere un’azione di “contenimento” della contaminazione rispetto all’ambiente esterno, e devono essere gestiti con regolari piani di manutenzione, di convalida [qualifica di installazione (IQ), operativa (OQ) e di performance (PQ)] e soggetti a controlli periodici di tipo microbiologico.
Un’altra normativa importante da considerare è la Norma ISO 14644 (revisionata nel 2015) che distingue la classificazione della pulizia dell’aria nelle camere bianche e nell’ambiente controllato associato in tre possibili stati occupazionali in termini di concentrazione di particolato aerotrasportato presente. Nelle varie sezioni vengono definiti i requisiti minimi per la progettazione di una camera bianca, il monitoraggio, i metodi di prova e le caratteristiche fondamentali per il loro funzionamento mentre nell’Annex C sono approfonditi la vestizione e comportamenti del personale [6]. L’ Annex C (della Norma ISO 14644) entra nel dettaglio delle caratteristiche degli indumenti e dispositivi di protezione individuale (DPI) appropriati all’ambiente in cui si opera e stabilisce la procedura per una corretta vestizione [4].
Senza entrare nel dettaglio delle caratteristiche dei DPI, è utile ricordare gli errori più frequenti che sono commessi dal personale:
- Indossare il camice sterile senza guanti o con modalità di chiusura errata
- Indossare un indumento della taglia sbagliata
- Utilizzare indumenti non appropriati all’ambiente
- Non avere una corretta sovrapposizione dei dispositivi (es. guanti sui polsini) in modo da limitare l’esposizione della pelle all’ambiente;
- Riutilizzare indumenti;
- Non prestare attenzione e/o non conoscere la Procedura di Vestizione.
Convalida del processo
Data la criticità delle operazioni di ripartizione asettica, è necessario convalidare le operazioni mediante appositi saggi che utilizzano idonei terreni di cultura in sostituzione del prodotto.
Tali saggi, devono dimostrare, dopo incubazione di 14 giorni a condizioni idonee di temperatura, l’assenza di unità contaminate [7].
La validazione del processo di manipolazione asettica del personale tramite Media-Fill test e i controlli microbiologici ambientali, dimostrando l’efficacia delle procedure utilizzate, garantiscono il mantenimento della sterilità del preparato durante il processo di allestimento.
Il Media-Fill Test è uno dei metodi di convalida di processo, che prevede la simulazione (il più fedelmente possibile alla routine di manipolazione) di tutte le fasi della lavorazione eseguite in asepsi. Data l’eterogeneità delle condizioni lavorative presenti nelle diverse realtà, la procedura del test viene adattata e quindi preparata ad hoc in base a diversi fattori di lavoro affinché il test risulti il più rappresentativo possibile.
Il test ha dunque lo scopo di dimostrare che le operazioni per l’allestimento siano idonee a mantenere la sterilità di un prodotto, in funzione sia delle tecniche impiegate dall’operatore, del carico di lavoro e delle condizioni ambientali in cui agisce.
Per meglio simulare le condizioni ambientali e di lavoro presenti, è inoltre opportuno porsi nella peggiore delle condizioni (“worst case”), situazioni cioè in cui il rischio di compromettere la sterilità del prodotto risulta più elevato (es.: alti carichi di lavoro). Queste simulazioni di processo devono essere tracciate attraverso un documento, il Foglio di Lavorazione (Batch Record).
Il numero di unità prodotte durante il test (costituito dai campioni di terreno di coltura liquido) deve essere pari al numero di preparazioni simulate (corrispondenti ad un tipico lotto di produzione). In tal modo il processo sarà rappresentativo sia in termini di operazioni eseguite, che per durata e numerosità degli allestimenti (run size), ed ha la funzione di abilitare ogni operatore agli allestimenti asettici. La prima convalida di ogni addetto prevede che il test sia ripetuto tre volte per ogni linea di preparazione che si intende simulare (in run size), a intervalli di tempo definiti e, per tutti gli addetti, dopo ogni modifica significativa nel sistema di produzione asettica.
Il test va ripetuto per ogni operatore entro un anno dalla precedente (preferibilmente ogni 6 mesi), tranne nel caso in cui siano effettuate importanti modifiche dei processi per i quali sia richiesta una riqualificazione straordinaria.
Ovviamente, ogni nuovo operatore deve essere sottoposto al Media-Fill Test come necessario completamento del processo di formazione nelle tecniche di manipolazione asettica. I test microbiologici per valutare la contaminazione microbiologica di ambienti e personale possono essere effettuati in concomitanza con i Media Fill, ma preferibilmente, per la relativa semplicità di esecuzione e per le importanti informazioni che forniscono, la frequenza deve essere maggiore. L’aria ambientale può essere campionata attivamente (con appositi dispositivi muniti di mini piastre di coltura) o passivamente, con l’esposizione, in tempi definiti di capsule Petri da coltura, nell’ambiente di lavoro. Con apposite capsule Petri da contatto, si può inoltre verificare la contaminazione di superfici a rischio (piani di lavoro, guanti, avanbracci e torace dei DPI indossati dal personale) [8,9].
Le procedure maggiormente utilizzate per la valutazione della contaminazione chimica sono i wipe test (campionamenti su superfici) e i pad test (campionamenti sul personale). I wipe test sono garze in tessuto-non-tessuto (TNT) inumidite con alcool isopropilico 70°, con le quali vengono ripulite aree di lavoro definite (es.: 30×30 cm) per verificare il livello di contaminazione da residui di chemioterapici antiblastici, sia all’interno che fuori dalla cappa. Per valutare l’esposizione del personale addetto alla manipolazione, le misure sono eseguite con i pad test su: avambracci destro e sinistro, torace, polsi o guanti destro e sinistro. Le verifiche in genere si limitano a farmaci indicatori (ma possono essere aggiunti anche altri medicinali) quali:
- ciclofosfamide
- 5-fluorouracile
- composti di coordinazione del platino
Il monitoraggio del personale esposto può ricomprendere anche misurazioni nelle urine, degli stessi farmaci o loro metaboliti. In Italia non esistono limiti di esposizione specifici a chemioterapici aerodispersi; tuttavia, è necessario che questa sia mantenuta la più bassa ragionevolmente conseguibile (ALARA = As Low As Reasonably Achievable). L’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL), le cui funzioni sono state spostate all’INAIL nel 2010, svolgeva, per conto del Servizio Sanitario Nazionale, un’attività di controllo, formazione e informazione in materia di sicurezza sul lavoro e malattie professionali. Insieme ad altre associazioni scientifiche, L’ISPESL ha varato un documento per definire le linee guida per la sicurezza e la salute dei lavoratori esposti a chemioterapici antiblastici in ambiente Sanitario [10]. A questo proposito sono tuttavia molto più informativi i documenti degli organismi deputati al controllo di esposizioni professionali negli USA, che forniscono numerosi elementi di valutazione sia tecnici che di sicurezza [11,12].
In conclusione, è importante garantire e preservare nel tempo quanto richiesto per la classe particellare dell’aria nelle strumentazioni e negli ambienti, ed eseguire controlli microbiologici sui processi. Tuttavia, è indispensabile che questi elementi siano contenuti in un piano analitico di convalida del processo di preparazione dei chemioterapici, adottando anche quanto necessario per la sicurezza degli operatori esposti alle contaminazioni da chemioterapici.
Bibliografia e Riferimenti normativi
- Norme di buona preparazione dei medicinali in farmacia (Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana – FU XII ed)
- Annex 1 – Manufacture of Sterile Medicinal Products – EudraLex – Volume 4 – Good Manufacturing Practice (GMP) guidelines, 2009. Available from: https://ec.europa.eu/health/system/files/2016-11/2008_11_25_gmp-an1_en_0.pdf
- DGR Veneto n. 1335 del 28 luglio 2014 – Centralizzazione dell’allestimento dei farmaci antineoplastici. Available from: https://bur.regione.veneto.it/BurvServices/pubblica/DettaglioDgr.aspx?id=279431
- UNI EN ISO 14644 (Series 1-2-3-4). Cleanrooms and associated controlled environments
- Gruppo area oncologica tecnica SIFO. Standars Tecnici di galenica oncologica. Carugate, Milano: Editart la scienza medica, 2017. Available from: https://www.sifoweb.it/images/pdf/attivita/attivita-scientifica/aree_scientifiche/area_oncologica/Standard_tecnici_di_Galenica_Oncologica.pdf
- UNI EN ISO 14644- Cleanrooms and associated controlled environments
- UNI EN ISO 13408-1:2015. Aseptic processing of health care products
- Linee guida sull’attività di sterilizzazione quale protezione collettiva da agenti biologici per l’operatore nelle strutture sanitarie (D. Lgs 81/2008). 2010. Available from: https://www.inail.it/cs/internet/docs/linee-guida-protezione-operatori-sanitari.pdf?section=attivita
- La contaminazione microbiologica delle superfici negli ambienti lavorativi. Roma: Contarp, 2017. Available from: https://www.inail.it/cs/internet/docs/alg-pubbl-la-contaminazione-microbiologica-delle-superfici.pdf
- ISPESL, Le indicazioni per le la tutela dell’operatore sanitario per il rischio di esposizione ad antiblastici. Available from: https://www.inail.it/cs/internet/docs/rs_documento-tecnico-antiblastici.pdf?section=attivita
- The Synergist. [Internet]. 2021 Oct. [updated 2020; cited 2022 Feb 10] Available from: https://synergist.aiha.org/202003-surface-sampling-chemo-drugs
- Centers for Disease Control and Prevention. Hazardous drug exposures in healthcare. [Internet]. 2020. [updated 2020 May 4; cited 2022 Feb 10] Available from: https://www.cdc.gov/niosh/topics/hazdrug/
Ulteriori approfondimenti normativi:
- FDA Guidance for Industry, “Sterile Drug Products Produced by Aseptic Processing – Current Good Manufacturing Practice”
- Raccomandazione Ministeriale n° 14. Available from: https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1861_allegato.pdf
- UNI EN 17141:2021. Cleanrooms and associated controlled environments – Biocontamination control
- Finzi GF, Lanzoni L, Sideli C, Mazzacane S, Ponzetti C, Mura I. Progetto linea guida sulla sanificazione ambientale per la gestione del rischio clinico ed il contenimento delle infezioni correlate all’assistenza. Linee Guida. 2017;03. Available from: https://www.anmdo.org/wp-content/uploads/2017/11/Sanificazione.pdf
- Lgs. 3 agosto 2009, n. 106. Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
- lgs. 9 aprile 2008, n. 81. Attuazione dell’articolo 1 della Legge 3 agosto 2007, n. 123 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Gazzetta Ufficiale n. 101 del 30 aprile 2008 – Suppl. Ordinario n. 108.
- Regulation (EU) 2017/745 of the European Parliament and of the Council of 5 April 2017 on medical devices, amending Directive 2001/83/EC, Regulation (EC) No 178/2002 and Regulation (EC) No 1223/2009 and repealing Council Directives 90/385/EEC and 93/42/EEC (Text with EEA relevance). Available from: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/ALL/?uri=celex%3A32017R0745